Dove è

Si trova a Milano, tra i quartieri di Bovisa e di Villapizzone, ed è conosciuto come l’area dei gasometri.
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La Bovisa è un quartiere di Milano situato nella parte settentrionale della città. Appartiene alla zona 9 ed è delimitato fisicamente dai binari della ferrovia di gronda nord che cinge il quartiere per buona parte della sua estensione.  Il quartiere prende il nome da una cascina d’antica data dei Corpi Santi, la Cascina Bovisa, attorno a cui si venne a formare una borgata agricola che venne poi inglobata a Milano nel 1873. A sua volta, il nome Bovisa deriva probabilmente da bovi (buoi). Il quartiere è tagliato in due aree dal tracciato delle Ferrovie Nord che si snoda in direzione nord-sud, tracciato non attraversabile automobilisticamente, ma solo pedonalmente e limitatamente ai sottopassi presenti nella stazione ferroviaria della Bovisa; questo ha fatto sì che dalla costruzione della ferrovia lo sviluppo delle due aree evolvesse indipendentemente. Nel quartiere, subito dopo la fondazione degli Studi gasometri-novecentodell’Ambrosio Film  di Torino, i primi d’Italia, sorsero agli inizi del ‘900 alcuni tra i primi istituti cinematografici italiani con annessi studi, l’Armenia Film e la Milano Films ancor prima di Cinecittà, dove vennero girati i primi lungometraggi muti come L’inferno. Sviluppatasi come zona industriale periferica di Milano, con lo stabilimento Candiani, costruito nel 1882, (produzione di acido solforico), divenuto poi parte del gruppo chimico Montecatini  alla fine del XX secolo subisce un declino dovuto allo smantellamento delle molte industrie che risiedevano nella zona, con conseguente degrado interrotto negli ultimi anni dal proliferare di cantieri a scopo residenziale e dal recupero di alcune strutture industriali dismesse. Una delle attività più importanti di questa ex zona industriale è oggi quella connessa alla presenza di una delle sedi distaccate del Politecnico di Milano. La zona è divisa in due campus universitari, quello nord per la Facoltà del Design e la Facoltà di Architettura (ricavato nelle strutture della ex Ceretti e Tanfani) e quello sud per Ingegneria. La grande centrale di produzione e stoccaggio del gas di città, ormai dismessa e in demolizione, ha conservato le strutture dei suoi gasometri come esempio di archeologia industriale.

Villapizzone è un quartiere di Milano, posto nella periferia nord-occidentale della città, appartenente alla Zona 8. Villapizzone viene nominata per la prima volta nel 1346. Nell’ambito della suddivisione del territorio milanese in pievi, apparteneva alla Pieve  di Trenno, e confinava con Affori a nordest, con Musocco a nordovest, con Garegnano e Boldinasco a sudovest, e coi Corpi Santi a sudest. Nel 1771 contava 303 abitanti.

In etàvillapizzonenapoleonica, dal 1808 al 1816, Villapizzone fu aggregata a Milano, recuperando l’autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. All’unità d’Italia, 1861, il paese contava 842 abitanti, era costituito da un piccolo borgo di case costruite attorno alla chiesa parrocchiale di San Martino, di fronte alla quale vi era la villa signorile, con parco, della famiglia patrizia Radice Fossati (foto a lato); nelle vicinanze si trovava un piccolo bosco, di questo sono rimaste alcune piante, a lato di via Paolo Mantegazza, in un pezzo di terreno inglobato negli anni ’60 nel giardino della scuola elementare Goffredo Mameli. Nel 1869 Villapizzone fu aggregata a Musocco, comune poi annesso a Milano nel 1923. Dopo la Seconda guerra mondiale, il vecchio borgo di Villapizzone è stato inglobato dalla crescita della città. Il toponimo, scarsamente noto per decenni, ha conosciuto una nuova diffusione a partire dall’apertura dell’omonima stazione ferroviaria, fermata delle linee del servizio ferroviario suburbano.