È un luogo nascosto e segreto, grande quasi come il Parco Sempione, ricco di più di 2000 alberi preziosi (platani, frassini, pioppi neri, tigli, iperici, bagolari, paulownie, phitolacche) e di animali selvatici che vi hanno trovato rifugio (uccelli tra cui il gufo reale, ricci e volpi).
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È conosciuta come l’area dei gasometri ed è chiamata “Goccia” per la caratteristica forma che la contraddistingue, racchiusa come è dai tracciati ferroviari che la circondano completamente.
In realtà buona parte della goccia è già stata densamente edificata ed ha un aspetto desertico e desolato, nonostante la presenza dell’istituto Mario Negri e della sezione di Ingegneria Industriale del Politecnico.
La parte dominata dai suggestivi gasometri, circa 42 ettari, è invece formata da boschi recintati e da costruzioni di archeologia industriale, in abbandono. Questa grande distesa verde era, decenni fa, occupata da fabbriche che ora non ci sono più, e attende da tempo immemore una bonifica dagli inquinanti prodotti dalle industrie.