Nel primo pomeriggio di mercoledì 30 settembre siamo stati informati telefonicamente che la polizia e l’Amsa erano entrati nella Goccia. La mattina l’Amsa aveva lavorato nell’area al di fuori del cantiere del Politecnico, mentre i poliziotti in borghese erano andati da alcuni occupanti ad avvertire che il giorno dopo sarebbero stati sgomberati.
Ci viene detto anche che il giorno dopo sarebbe arrivato il Sindaco in visita.
Verso le 17 dello stesso giorno, arrivati sul posto, alcuni di noi si sono accorti che tre sculture erano sparite (Il Pifferaio Magico di Sandro Leonardi, Le Scale della Vita di Simone Carol Levy e L’Urlo della Sibilla di Giulio Valerio Cerbella) e una era stata danneggiata (Cuore di Poeta di Alex Sala).
La strada che porta al percorso di sculture era stata ripulita dalle erbacce e recintata con nastro biancorosso. Inoltre era stata allargato il sentiero lungo il muro della ferrovia, e anche il primo pezzo che entra nel Bosco fino ed oltre l’ex scultura del Pifferaio.
A sera, da alcuni operai ci viene detto che molto probabilmente le sculture sono state portate via da operatori dell’Amsa. Abbiamo avuto la conferma inoltre che il giorno dopo sarebbe arrivato in visita il Sindaco. Quindi quel giorno avevano operato servizio di pulizia e “messa in sicurezza” dell’area.
La notizia delle sculture ci ha scosso e abbiamo subito convocato un presidio per il giorno dopo, poi annullato dopo aver valutato che non ci fosse rischio di abbattimento alberi o sgombero delle strutture.
Sapevamo che Maran voleva organizzare un sopralluogo nell’area, ci aveva chiesto anche le mappe dei sentieri, ma ci aspettavamo un invito o quanto meno l’avviso del fatto che mezzi pesanti sarebbero entrati col rischio di danneggiare le sculture. La sera stessa abbiamo informato Maran del furto delle sculture, e chiesto conferma del sopralluogo. Lo stesso si è informato presso l’Amsa e gli sono state inviate le foto scattate a lavoro terminato (9:10), dalle quali risultava ancora presente il Pifferaio. Ma noi siamo stati informati che gli operai sono andati via alle 12:30, non alle 9:30, come sostiene Amsa. Maran ha inoltre confermato il sopralluogo, specificando che non gradiva nessuno di noi nel suo giro, e che era meglio mediasse lui per noi.
Così nella mattinata di giovedì 1 ottobre uno sparuto gruppo di persone, circa 15, si sono presentati dalle 7:30 davanti al cancello principale della Goccia.
Verso le 10:00 circa, una delegazione del Comune, presieduta da Maran e il Sindaco Sala arrivato in sordina, è entrata nella Goccia per vedere il Bosco e il percorso delle sculture. Abbiamo chiesto all’ispettore La Manna di poter parlare con Maran o Sala per poterli accompagnare nel giro ed effettivamente lo ha riferito all’assessore all’Urbanistica, che si è fermato prima di entrare, ribadendo che non gradiva la nostra presenza durante il giro, garantendoci una mediazione a nostro favore verso l’amministrazione e un incontro nei prossimi dieci giorni.
Abbiamo anche riferito a La Manna del furto delle sculture. Lui pare abbia chiamato Amsa e gli abbia riferito che a noi andrebbe bene che le sculture ricomparissero anche solo appoggiate sull’erba, senza sapere chi le ha rubate. Se così non fosse, entro qualche giorno faremo una denuncia.
Al termine del giro ci viene riferito da operai del cantiere e dallo stesso La Manna che il Sindaco ha apprezzato molto il Bosco e le sculture, oltre alle strutture industriali dicendosi intenzionato a voler salvaguardare sia la natura che l’architettura stabile e di valore.
Siamo contenti che a parole ci siano queste intenzioni.
Nel corso di quasi due anni, abbiamo aperto dei percorsi all’interno della Goccia e, con l’innesto di ventisette sculture avvenuto grazie all’opera e alla generosità di altrettanti artisti e artiste da tutta Italia, siamo riusciti a far conoscere il Bosco della Goccia a tutta la città di Milano e oltre. Abbiamo inserito delle targhette identificative delle piante presenti e una con un testo che evidenzia le caratteristiche spontanee e pionieristiche del bosco.
Auspichiamo che Pierfrancesco Maran sia di parola e convochi il Comitato in un prossimo incontro ufficiale, che possa dare il via a un percorso comune all’interno dell’area a bosco. Noi abbiamo idee ed energie, ma non vogliamo essere usati a fini politici.
Crediamo fermamente che la Goccia sia un’occasione per ribaltare il punto di vista sulla progettazione, dando l’opportunità di pensare un percorso di trasformazione partecipata dall’interno dell’area, attraverso il coinvolgimento reale degli abitanti.
Rimane un sentimento di rabbia per le tre sculture scomparse. E attendiamo, per ora.
Ci teniamo a ringraziare tutti coloro che sono passati anche solo per un saluto, dando il proprio contributo alle riflessioni che scaturiscono da queste occasioni pubbliche, contraddittorie ma comunque necessarie.
comitatolagoccia@gmail.com
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