Riflessione dopo l’incontro l’assessore all’urbanistica Balducci, già prorettore del Politecnico di Milano con delega agli sviluppi immobiliari, (ora in aspettativa)

Due settimane or sono, il 19 ottobre 2015, siamo stati graziosamente ricevuti a palazzo Marino dall’assessore, coadiuvato da due segretarie e da due tecnici.
Abbiamoesposto le nostre preoccupazioni per l’irreversibilità del taglio del bosco, avviato a fine settembre, chiedendone una sospensione, e di usare l’esistente in quartiere [gli enormi, assurdi volumi sfitti, residenziali e per il terziario, di via Cosenz,  via Durando ecc.] per qualsiasi sviluppo della progettata espansione del campus del Politecnico.
Inoltre di avere lumi su:

– esito del processo di ascolto/workshop [ws] dei quartieri condotto dal Politecnico su mandato dell’assessore precedente, che ha impegnato per quasi un anno decine di cittadini in orario di lavoro, che dopo mesi dall’annunciata epifania di una discussione pubblica con l’assessorato sulle sue conclusioni, non ha ancora visto una riga scritta o esposta di dibattito;
– il perché non siano stati presi in considerazione diversi scenari e diverse tecnologie di bonifica;
– i piani per le future bonifiche sugli altri lotti;
- le linee guida per future destinazioni e progettazioni sulle centinaia di metri quadri rimanenti, anche dopo la distruzione del primo di lotto di bosco;
– il trasferimento di architettura dal campus Durando;
– perché due anni fa era stata annunciata l’analisi di rischio [adr] e poi non è stata condotta;
– perché procedere [illegittimamente] a interventi “spezzatino” senza un piano integrato, come altresì previsto da principi di leggi urbanistiche addirittura di età fascista e, in quel punto, mai emendate;
– qual è il senso di una bonifica parziale, anche a fronte di una previsione di spesa di 80-100milioni, che nessuno ha, per la bonifica totale;
– perché non si fa nulla sull’area ex Montedison su via Bovisasca e perché non investirvi le risorse a disposizione;
– perché non e stato messo vincolo di destinazione a parco per il futuro del lotto 1, come annunciato oltre tre anni fa ma mai messo nero su bianco, e che, allo (indefinito) stato attuale, qualsiasi giunta futura potrà cambiare in destinazione a libera speculazione immobiliare.

Ci hanno risposto che:

– nei giorni immediatamente successivi con MM (appaltatore della bonifica) e CdZ9 avrebbero stabilito una data per la presentazione dell’esito del workshop [stiamo ancora aspettando]

– la bonifica andrà avanti fino a sbancamento finale degli 80mila mq del lotto 1, punto e basta;

– la progettazione avverrà all’interno del Politecnico, che il Comune nun c’ha ‘na lira per farla, quindi il Politecnico farà una sorta di competizione interna di progettazione;

– non si seguiranno comunque i vecchi piani perché [testuale] “il mercato immobiliare non lo permette”, quindi lo “sviluppo dei lotti 2 e 3 dovrà prevedere cose diverse da quelle pensate in passato” [quali, non hanno detto];

– architettura si sta trasferendo ma rimarrà in Bovisa, in spazi già del Politecnico, su via Cosenz;

– l’analisi di rischio sul lotto 1 era inutile, perché non c’era un piano integrato [o master plan-mp];

– verrà invece condotta sugli altri lotti [quando ci sarà un mp su di essi];

– il vincolo sul lotto 1 “verrà messo in un futuro [imprecisato, ndr], lo stiamo preparando”;

– che la previsione di 100mln per la bonifica era vecchia, ora sono diventati bravissimi e con la quindicina che hanno in cassa faranno tutto;

– di stare tranquilli, che essi fanno tutto a norma di legge e per il bene di noi cittadini.

A questo punto uno di noi ha detto che a essi del bene dei cittadini non gliene frega nulla, e… boom! Come allo scoppio di uno starter, l’olimpionico assessore Balducci ha risposto che la riunione allora era finita e ci ha cacciati fuori.

Terminata la cronaca, mi permetto una considerazione generale sul concetto di partecipazione democratica dimostrata negli anni da questa amministrazione e dai suoi sodali al Politecnico, facendo una premessa (anche se l’abbiamo ripetuta alla nausea): Noi non siamo contro la “riqualificazione di un area abbandonata” (come viene ingiustamente chiamata la Goccia), tutt’altro.
Siamo contro gli ultraventennali progetti di “riqualificazione” che hanno come premessa la distruzione dell’esistente (un bosco di migliaia di alberi di inestimabile valore, che nel 1994 il Corpo Forestale, che lo censì, pur ben consapevole dell’inquinamento accumulatosi, definì “Alberi che per portamento, conformazione, maestosità potrebbero costituire degli autentici monumenti verdi nel futuro Giardino della Bovisa… chi progetterà la realizzazione del piano di riconversione urbana sarà in grado di valorizzare un’area già ora tanto preziosa, ricca di un verde di altissimo interesse per la qualità della vita di tutti i cittadini milanesi” in nome dell’allargamento di un campus universitario che potrebbe altresì espandersi in aeree adiacenti veramente fatiscenti (come quella ex Montedison su via Bovisasca).

Siamo a favore, invece, e l’abbiamo detto in tutte le salse (appoggiati da esperti di ogni provenienza), di una vera riqualificazione ambientale di uno dei pochi polmoni dell’area metropolitana e una sua restituzione alla città all’interno di una progettazione urbanistica di ampio respiro, che metta al suo centro la riconnessione delle aree verdi del Nord Milano e l’arresto al consumo di suolo prezioso (che non era quello delle ex Varesine, vera “landa desolata” di poco o punto valore ambientale, alla quale impropriamente si paragona la Goccia, né tantomeno quello della suddetta ex Montedison).

Invitiamo comunque, chiunque, a intervenire a uno dei nostri incontri per approfondire e illustrare diversi punti di vista, riaffermando, come sempre, la nostra volontà al confronto e, eventualmente, a cambiare e migliorare le nostre posizioni. Riaffermando ogni volta la nostra, storica, richiesta di “una conferenza internazionale, coordinata dall’Istituto Mario Negri, sulle tecnologie di bonifica più avanzate in aeree urbane e sulla loro applicabilità al caso della Goccia”.

Durante l’incontro a palazzo Marino, come, ahinoi!, ogni altra occasione pubblica di incontro o di scambio sui social network, o di veline passate a giornalisti amici di grandi quotidani, la giunta o i suoi sgherri, continuano a insultarci affermando che non siamo disposti a ascoltare.

Ma importa poco, a sarà düra!, come dicono gli occitani, ma andiamo avanti!!

A parte il fronte legale, mandiamo avanti nei quartieri la nostra “controinformazione” e stiamo avviando partenariati con compagne locali di teatro sociale e comunitario per trovare nuove forme di avvicinare i milanesi, e non solo, alle meraviglie del bosco della Goccia: il nostro (di tutti noi, milanesi e non) meraviglioso bosco.

Molti dei beni comuni ambientali urbani che, probabilmente, si danno per scontati, per esempio il Parco Sud, il Parco Nord, il Bosco in citta, il parco delle Cave, lo stesso Parco Sempione (i cui terreni attuali, guarda caso, dopo l’Expo di piu di un secolo fa erano sotto mire immobilariste), sono quello che sono non per una “illuminata pianificazione dall’alto” bensi per l’opposizione a speculazioni e “riappropriazione dal basso” di porzioni di territorio.


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